Comunichiamo, con soddisfazione, che il dott. Marco Picetti è stato iscritto all’albo unico dei consulenti finanziari nella sezione dei consulenti finanziari autonomi (cioè indipendenti) con delibera OCF n. 1035 del giorno 27 febbraio 2019 (scarica qui la delibera https://www.organismocf.it/portal/documents/20151/38718/Delibera+n.+1035+iscrizione+CFA-signed.pdf/507977a6-04b1-92ed-9bd9-4826d7f07ed6?t=1551360124194)
Si apre così un nuovo capitolo di questa professione abbracciata nel 2004 e che solo dal Dicembre del 2018 ha avuto un effettivo riconoscimento formale. L’esperienza maturata in questi anni e qualche capello bianco in più non permettono certo di cullarsi sugli allori ed è per questo che considero questo traguardo solo come un nuovo inizio.
Spesso e volentieri sento dire che in fondo tra un consulente indipendente (mi scuso, ma non riesco ad usare l’aggettivo autonomo in quanto sono già un lavoratore autonomo libero professionista) ed un promotore finanziario (o per meglio dire un consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede) non ci sono grandi differenze, soprattutto se quest’ultimo lavora per un società multi prodotto o multi branding (per i non addetti ai lavori, un promotore che lavora per una società multi branding può collocare fondi o prodotti di terzi e non solo quelli della propria Banca). Spesso e volentieri sento dire che la differenza risiede nel fatto che il consulente indipendente suggerisce l’acquisto di un ETF (che costa meno per il cliente), mentre il promotore consiglia preferibilmente l’acquisto di un fondo (per lucrare maggiori commissioni).
Allora ho cercato di rovesciare il concetto: cosa significa essere “dipendente”?
Significa dipendere da qualcuno o da qualcosa, compiere un lavoro subordinato, pendere dalle decisioni di un terzo.
Nella scelte di investimento quanto è importante assumere una decisione senza il minimo dubbio che vi siano condizionamenti di qualche tipo?
Per me indipendenza significa sbagliare con la propria testa, pensare agli interessi del mio cliente prima di ogni altra cosa, non sacrificare il proprio intelletto al cospetto di un premio o di un avanzamento di carriera.
Ma allora, se non è così importante, perché l’uomo è in continua lotta per affermare o conquistare la propria indipendenza?